Tra di noi ci sono già dei cyborg. Sono quelle persone che hanno un impianto cocleare, un pacemaker o valvole cardiache. Sono quelle persone che adottano protesi sensoriali come esoscheletri, neuroprotesi e dispositivi per la stimolazione cerebrale. La maggior parte di loro adotta queste tecnologie per necessità mediche.
Ma ci sono alcune persone che decidono di ricorrere a queste tecnologie per scelta personale. Lo fanno per potenziare le proprie capacità fisiche e sensoriali. Jorge Pelegrín-Borondo (Universidad de La Rioja), Eva Reinares-Lara (Universidad Rey Juan Carlos) e Cristina Olarte-Pascual (Universidad de La Rioja), in collaborazione con il professor Kiyoshi Murata (Università di Tokyo), hanno deciso di esplorare queste possibilità.
Gli studiosi spagnoli hanno pubblicato una relazione sulla rivista scientifica “Computers in Human Behavior” dal titolo “Assessing the acceptance of technological implants (the cyborg): Evidences and challenges“. Scopo della ricerca era quello di valutare il grado di accettazione degli impianti tecnologici.
Vediamo in generale cosa ne è emerso.
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