L’intelligenza artificiale (IA) può essere resa più accessibile anche alle imprese più piccole? TechEmergence ha provato a dare una risposta attraverso un’intervista a Ben Goertzel.

Goertzel è esperto in IA e CEO di SingularityNET, una rete open source basata su blockchain per la ricerca, l’acquisto e la vendita di applicazioni di intelligenza artificiale. È anche presidente di OpenCog e della Artificial General Intelligence Society, e Chief Scientist presso Hanson Robotics.

Per Goertzel ci sono 3 fattori che possono democratizzare l’IA attraverso la blockchain. Vediamo quali sono.

 

1. Ricerca naturale e specifica per soluzioni di IA

Secondo Goertzel, una delle principali sfide nell’ambito dell’IA risiede nella ricerca. Bisogna capire quali soluzioni possono essere davvero concrete e quali problemi risolvono. E oggi è molto difficile comprendere bene tutto questo.

C’è ancora molto lavoro da fare per rendere l’IA “ricercabile”. Goertzel ritiene che il linguaggio naturale (scritto o parlato) potrebbe essere il metodo ideale per la ricerca.

Esempio: “Ho 10.000 ordini di abbigliamento in arrivo al giorno e mi piacerebbe prevedere meglio la domanda in modo da poter preparare il mio inventario di conseguenza.

Affermazioni specifiche, in linguaggio naturale, aiuterebbero a trovare nuove e varie soluzioni per il proprio business. Inoltre, ciò ridurrebbe il lavoro di ricerca delle imprese che perderebbero tempo a cercare la migliore offerta tra dozzine di possibilità.

 

2. API universali per connettere le applicazioni di IA

Se trovare soluzioni di IA adatte è una sfida, farle funzionare in un sistema decentralizzato è ancora più complesso.

Un sistema di blockchain decentralizzato potrebbe fornire un semplice portale per l’accesso alle applicazioni di intelligenza artificiale tramite le API connesse. Poche aziende offrirebbero le proprie applicazioni a una piattaforma di proprietà gestita da una società for-profit. Invece, una piattaforma decentralizzata potrebbe diventare un canale utile per collegare gli utenti con le applicazioni di IA.

La sfida qui sta nel collegare diversi sistemi di IA adottando diversi tipi di codice in un unico sistema decentralizzato per gestire tali richieste. Ecco cosa ha detto Goertzel in proposito:

Deve essere facile come collegare un sito web a un database o qualcosa del genere. Non bisogna avere un dottorato di ricerca in IA, ma avere competenze di programmazione di base. In realtà la standardizzazione è la parte fondamentale, ed è difficile perché potresti avere 10.000 pezzi di codice per assegnare etichette alle immagini, e potrebbero essere letti da persone diverse in tutto il mondo usando diversi algoritmi.

Ma poi hai bisogno di un set standard di interfacce con cui tutte queste etichette di immagini dell’IA accettano cartelle di immagini standardizzate e con le quali producono etichette per le immagini. […] Questo diventa una sorta di problema di controllo democratico.

Goertzel parla di sistema democratico perché invece di avere un’unica azienda a stabilire un unico protocollo, potremmo avere un sistema che si sviluppa costantemente insieme ai nuovi progressi tecnologici e ad una comunità che indirizza gli utenti.

Un tale sistema di API interoperabili non solo consentirebbe l’uso di un singolo programma, ma un’intera rete di sistemi di intelligenza artificiale che interagiscono per fornire un risultato.

Ad esempio, se hai un’intelligenza artificiale che dovrebbe riassumere un documento per un utente, se quell’intelligenza artificiale trova un video in quel documento, potrebbe esternalizzare quel lavoro a un’IA di riepilogo del video che è brava in questo diverso compito. Le IA possono esternalizzare il lavoro l’una per l’altra… È un’app store in cui anche le app potrebbero funzionare l’una per l’altra.

Goertzel la definisce un’economia delle menti, dove le interazioni tra componenti di un sistema intelligente possono essere quantificate e misurate in base al merito.

 

3. Valutazioni e punteggi nell’ecosistema di applicazioni

I sistemi di IA, oltre ad essere reperibili e utilizzabili attraverso un hub decentralizzato, dovrebbero anche essere classificati e valutati in base alle loro prestazioni e alla loro facilità d’uso. Questa trasparenza sarebbe uno dei fattori più importanti nel rendere l’IA più accessibile.

I sistemi di IA potrebbero essere valutati attraverso vari criteri. Sono 2 gli elementi più importanti.

  1. Quanto bene i sistemi di IA eseguono il compito specifico che l’utente sta cercando di eseguire.
  2. La facilità di configurazione e d’uso dei sistemi di IA.

Così le persone avranno più possibilità di trovare e usare sistemi per soddisfare al meglio le loro esigenze.

C’è una sorta di analogia con la natura. Un sistema concepito in questo modo potrebbe essere associato a un sistema vivente. Goertzel è abbastanza d’accordo con questa visione:

In qualche modo questa è vita artificiale… È un organismo biologico digitale. Consumerebbe risorse e genererebbe valore per gli utenti.

 

Più IA per tutti

Idee connesse, sistemi condivisi invece di un gigante tecnologico che detta le regole del mercato. Un sistema che possa essere sfruttato da tutti e non solo da poche grandi aziende. Questo è il succo del discorso.

Il progetto di Ben Goertzel è complesso, certo, ma praticabile. Potrebbe davvero risolvere alcuni problemi di accessibilità e di costi per usare sistemi di IA più sofisticati.

Non possiamo sapere con precisione se ciò funzionerà. Tra l’altro lo stesso Goertzel, quando ha parlato di futuro dell’intelligenza artificiale, ha espresso alcune perplessità.

Ma non è escluso che questa strada possa portarci anche qualcosa di più grande. Magari una superintelligenza artificiale o comunque sistemi in grado di procurare vero valore per le persone e le aziende, anche quelle più piccole.

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Fonte: TechEmergence
Foto: Flickr

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