Tra di noi ci sono già dei cyborg. Sono quelle persone che hanno un impianto cocleare, un pacemaker o valvole cardiache. Sono quelle persone che adottano protesi sensoriali come esoscheletri, neuroprotesi e dispositivi per la stimolazione cerebrale. La maggior parte di loro adotta queste tecnologie per necessità mediche.

Ma ci sono alcune persone che decidono di ricorrere a queste tecnologie per scelta personale. Lo fanno per potenziare le proprie capacità fisiche e sensoriali. Jorge Pelegrín-Borondo (Universidad de La Rioja), Eva Reinares-Lara (Universidad Rey Juan Carlos) e Cristina Olarte-Pascual (Universidad de La Rioja), in collaborazione con il professor Kiyoshi Murata (Università di Tokyo), hanno deciso di esplorare queste possibilità.

Gli studiosi spagnoli hanno pubblicato una relazione sulla rivista scientifica “Computers in Human Behavior” dal titolo “Assessing the acceptance of technological implants (the cyborg): Evidences and challenges“. Scopo della ricerca era quello di valutare il grado di accettazione degli impianti tecnologici.

Vediamo in generale cosa ne è emerso.

 

Siamo pronti ad accogliere chi sceglie di diventare cyborg?

Si può essere cyborg anche per scelta personale, senza che vi siano necessità mediche. Ne ho avuto modo di parlare già un po’ di tempo fa condividendo il pensiero di Chris Hables Gray e di Hannes Sjoblad.

Questa possibilità, inoltre, ha suscitato l’interesse anche di alcune grandi aziende tecnologiche. Ad esempio, Motorola sta brevettando un impianto nel collo per migliorare la ricezione del cellulare. Mentre invece Nokia sta sviluppando un tatuaggio che vibra quando squilla il cellulare.

Significa che siamo pronti, dal punto di vista etico e sociale, ad accettare chi desidera potenziarsi attraverso impianti digitali? Gli studiosi spagnoli hanno deciso di scavare più a fondo e hanno provato a descrivere il livello di accettabilità di queste tecnologie e le loro implicazioni etiche.

Queste tecnologie rientrano nella categoria degli “insideables“, ovvero che si possono integrare nel corpo umano. Il termine è stato coniato da Lucien Engelen, direttore del REshape Center for Health(care) Innovation. In questa categoria rientrano i “dispositivi elettronici impiantati nel corpo umano per migliorare le capacità umane innate, come l’agilità, la memoria o la forza fisica, o per darcene delle nuove, come la capacità di controllare le macchine da remoto.” Pare non ci sia un preciso corrispettivo italiano di “insideables”, quindi d’ora in poi adotterò il termine “integrabili”.

I ricercatori precisano che bisogna fare una differenza con il settore medico. “È importante distinguere tra integrabili e impianti medici. A differenza degli impianti medici, le integrabili non vengono impiantate per ragioni mediche (anche se possono migliorare la nostra salute). Inutile dire che ci sono questioni antropologiche, filosofiche ed etiche intorno l’impianto di dispositivi elettronici per migliorare le capacità in contrapposizione ai motivi terapeutici (di salute).

Nella pubblicazione, gli studiosi fanno anche riferimento alla “Cyborg Theory“. Secondo questa teoria, il corpo umano viene considerato come una macchina. “L’integrazione di questa tecnologia nel corpo potrebbe essere vista come un salto evolutivo per la specie, per cui le persone ragionevoli miglioreranno le loro capacità per quanto la tecnologia consentirà.”

Infine, gli studiosi evidenziano la possibilità di un divario tra una cerchia ristretta di persone potenziate e un gruppo più vasto di non-potenziati. “Crediamo che questi tipi di prodotti potrebbero aggravare le differenze sociali. Potremmo vedere la nascita di una società costituita da una élite con impianti accanto alle masse senza impianti, le quali non sarebbero in grado di raggiungere gli stessi livelli di sviluppo delle loro controparti. Questo sarà il punto focale del nostro studio globale comparativo interculturale per la conferenza ETHICOMP 2017 che si terrà a giugno.”

 

Il dibattito

Quello dell’accesso alle tecnologie integrabili è il problema che più di tutti preoccupa gli esperti. Non a caso negli ultimi tempi vengono organizzate tavole rotonde e conferenze per discutere gli aspetti etici del potenziamento umano. E con i recenti progressi nel settore della bionica, il dibattito si fa ancora più acceso.

Bisognerà continuare a concentrarsi sulla distinzione tra intervento medico e intervento personale? Quali saranno i limiti di questa distinzione e chi li stabilirà? Ci sarà il rischio che le aziende produttrici di impianti penseranno solo al profitto accentuando il divario sociale? Queste sono solo alcune domande che caratterizzano un dibattito che si sta diffondendo sempre più e che sta generando le prime reazioni.

Una d queste conferenze, citata anche dagli studiosi spagnoli, è la ETHICOMP 2017 che avrà luogo a Torino dal 5 all’8 giugno. Gli esperti provenienti da diverse parti del mondo si riuniranno per discutere di etica informatica e per promuovere il corretto uso delle tecnologie digitali nei diversi settori.

Forse non abbiamo ancora le soluzioni per evitare un eventuale divario sociale, ma siamo ormai determinati nel ricercarle.

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Fonte: Singularity Hub
Foto: Flickr

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