Questa è una di quelle tecnologie destinata a cambiare la vita delle persone. E che forse porterà gli scienziati a spingersi oltre. Immagina di non avere una voce, di non avere la possibilità di comunicare ciò che senti, ciò che ti passa per la testa. Frustrante, vero? È una situazione i cui si trovano tantissime persone. L’azienda americana Smartstones ha pensato a loro e ha sviluppato una tecnologia che permette di trasmettere un messaggio semplicemente pensandolo.
La piattaforma Smartstones :prose
Non è fantascienza. Smartstones ha sviluppato un’applicazione mobile che può essere connessa a un dispositivo per elettroencefalografia. Consente alle persone di comunicare con gli altri attraverso la formulazione di messaggi tramite il pensiero. Il nome della piattaforma di comunicazione è Smartstones :prose.
Il fondatore e CEO di Smartstones, Andreas Forsland, ha spiegato il funzionamento: “Poiché il nostro Smartstone è come un telecomando per la prosa basata su gesti tattili e gesti di movimento, ora siamo in collaborazione con Emotiv che sviluppa un dispositivo per l’elettroencefalografia che può registrare gli schemi dell’attività cerebrale, e noi possiamo assegnare tali onde cerebrali ai comandi dell’app.“.
La tecnologia è in grado di riconoscere una serie di modelli di pensiero. Il dispositivo può addirittura riconoscere espressioni facciali come i sorrisi, i battiti degli occhi, gli sguardi con la coda dell’occhio.
Le persone con disabilità di comunicazione possono iniziare ad approcciare al sistema insieme a coloro che hanno familiarità con la tecnologia, concentrandosi su uno o due comandi principali. Una volta che hanno imparato il funzionamento, potranno aggiungere altri tipi di comandi. Forsland ha detto: “È come andare in palestra.“. Più si fa pratica e più si impara a padroneggiare la tecnologia.
L’origine della tecnologia
Questa tecnologia è nata da un’idea rivoluzionaria. Forsland ha raccontato la storia: “Mia madre aveva la polmonite, era in terapia intensiva ed è stata intubata a un ventilatore, non poteva parlare e aveva una mobilità molto limitata. Era come bloccata nella sua mente, e quando hai una malattia abbastanza grave, hai veramente solo bisogno di conforto e di sapere che qualcuno è lì vicino.“. Il bisogno di sapere quando una persona con gravi problemi di salute necessita di aiuto e non può comunicarlo è ciò che ha spinto Andreas Forsland ad agire.
“Ho immaginato una cosa che era molto semplice, molto rudimentale, da poter semplicemente strofinare per mandare un messaggio e far sapere a qualcuno che sei attivo e sveglio.“. Infatti, la prima versione della tecnologia era un sistema molto elementare. Consentiva di mandare solo due tipi di messaggi: “Sono sveglio/a” e “Vieni adesso”. E così nacque Hopestone, che venne poi rinominata Touchstone.
Forsland continuò a testare la tecnologia e a migliorarla. Sempre più persone si dimostrarono interessate e chiedevano informazioni. “Abbiamo iniziato a costruire il prototipo e a fare test di mercato. Molti genitori con bambini con autismo e persone con la SLA venivano da noi e dicevano ‘Hey, questo può aiutarmi? Mio marito ha perso la voce e sta perdendo altre capacità. Voglio essere ancora in grado di impegnarmi. Questo può aiutare?’“. Da quel momento, Forsland capì che l’elemento principale su cui doveva focalizzarsi era il software. L’hardware veniva dopo.
“Quello che ho imparato parlando con le persone con diversi tipi di disabilità è che l’interfaccia utente è l’impedimento più grande. Il motivo per cui alcune tecnologie falliscono completamente è che gli utenti non possono usare fisicamente l’interfaccia. Così quando abbiamo notato questo, ho pensato ‘Grandioso! Usiamo il nostro software come piattaforma di comunicazione per le persone che non possono parlare e sviluppiamo partnership con aziende di hardware sensoriali che possano sfruttare i loro sensori come prodotti, come un telecomando per l’app.”
Ecco come è nata Smartstones.
Per abbattere le barriere della comunicazione
Tecnologie come Smartstones :prose cambiano la vita delle persone che non possono comunicare con le parole e con i gesti. E cambiano la vita anche a coloro che se ne prendono cura facendo un lavoro immenso, ammirevole.
Quella di Smartstones :prose non è certo la prima tecnologia del suo genere. Forsland ha infatti intenzione di collaborare con altre aziende per migliorare la piattaforma e di creare altre opzioni di comunicazione per soddisfare esigenze diverse.
La collaborazione permetterà di raggiungere grandi obiettivi. Abbiamo sviluppato un impianto neurale che permette ai pazienti con SLA di scrivere. Costruito un esoscheletro controllabile con la mente e un impianto neurale per muovere un braccio robotico. Possiamo controllare un robot situato in un altro paese con il pensiero oppure controllare con la mente un aereo in un simulatore di volo. Trovare punti di incontro tra le tecnologie e le società che le costruiscono potrebbe essere un’ottimo approccio per accelerare il progresso. Così sarà anche più facile trovare soluzioni adeguate ai problemi che affliggono noi e il nostro pianeta.
Tutto ciò per un futuro migliore. Un futuro in cui, come ha detto Forsland, le persone con problemi di comunicazione “possono avere un laptop vicino a loro, dire letteralmente cose e avere una conversazione con qualcun altro che non può parlare. Questo è il futuro in cui credo.”.
E tu ci credi in questo futuro?
Fonti: smartstones, futurism