L’abbinamento Playboy – Ray Kurzweil sembra un po’ incoerente. Perché mai un futurista come lui ha concesso un’intervista a una delle riviste erotiche più famose del mondo? In realtà una connessione c’è e riguarda quali conseguenze può produrre il progresso tecnologico nella concezione e nella pratica del sesso. L’intervista, bella corposa, è interessante e la puoi trovare proprio sul sito di Playboy. Ma qui ho voluto tradurre e riportare solo alcuni spezzoni, quelli in cui Kurzweil spiega la sua visione futuristica sulle tecnologie da qui a 30 anni. Nonostante abbia omesso qualcosina, troverai molti contenuti interessanti. Buona lettura!

 

Spezzoni di futuro

Ray Kurzweil, che oggi lavora per Google, in diverse occasioni ha spiegato le sue previsioni sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale, della biotecnologia e in generale su come la specie umana evolverà. Alcuni associano la sua visione alla fantascienza, dimenticando che però in passato ha inventato tecnologie che erano difficili anche solo da immaginare.

Ora sta lavorando insieme alla sua squadra su degli strumenti per l’intelligenza artificiale e la comprensione del linguaggio naturale, compresi dei chatbot che possono conversare e rappresentare diverse personalità. L’intervista di Playboy ci offre l’opportunità di conoscere meglio il suo pensiero e di guardare al futuro con i suoi occhi e la sua mente.

Descrivi un futuro prossimo in cui i nanobot abiteranno nel nostro flusso sanguigno, i nostri cervelli saranno caricati in un cloud e le persone non moriranno mai. Sembra terrificante.

Quando le persone parlano del futuro della tecnologia, specialmente di intelligenza artificiale, molto spesso hanno il modello comune di film hollywoodiano distopico di noi contro le macchine. La mia opinione è che useremo questi strumenti come abbiamo usato tutti gli altri strumenti. Per ampliare la nostra portata. E in questo caso, estenderemo il più grande attributo che abbiamo, cioè la nostra intelligenza.

La capacità della tecnologia dell’informazione raddoppia ogni anno. Allo stesso tempo, il prezzo della stessa funzionalità dimezza ogni anno. Queste sono tutte le caratteristiche di quella che io chiamo la legge dei ritorni accelerati.

È il motivo per cui è possibile acquistare un iPhone o un cellulare Android che è due volte migliore rispetto a quello di due anni fa per la metà del prezzo. Il mio smartphone è diverse migliaia di volte più potente e milioni di volte meno costoso del computer IBM 7094 da 11 milioni di dollari che ho usato quando ero studente al MIT nel 1965. Ma non è la cosa più interessante del mio cellulare. Se volessi calcolare la potenza computazionale e di comunicazione da 10.000 – vale a dire, se avessi bisogno di accedere a 10.000 computer – potrei farlo nel cloud, e questo succede tutte le volte.

Non ne siamo nemmeno a conoscenza. Fai una traduzione complessa, una ricerca complessa o tanti altri tipi di transazioni, e stai accedendo a migliaia di computer mentre sei seduto tranquillamente in un parco da qualche parte. Nei prossimi due decenni renderemo noi stessi più intelligenti, integrandoci con questi strumenti.

Gli umani si stanno evolvendo in iPhone?

Ci stiamo unendo con queste tecnologie non biologiche. Siamo già su questa strada. Voglio dire, questo piccolo cellulare Android che porto sulla cintura non è ancora nel mio corpo fisico, ma questa è una distinzione arbitraria. È parte di quello che sono – non necessariamente il cellulare stesso, ma la connessione al cloud e tutte le risorse a cui posso accedere.

La natura non ci ha dato abbastanza?

Abbiamo capacità limitata nel nostro cervello. È almeno un milione di volte più lento dell’elettronica di calcolo. La parte del nostro cervello che usiamo per pensare è chiamata neocorteccia. È una struttura molto sottile intorno al cervello che si è sviluppata 200 milioni di anni fa con i mammiferi, che erano roditori. La grande innovazione è arrivata 2 milioni di anni fa quando gli umanoidi si sono evoluti e hanno sviluppato una fronte più ampia. Se si guarda agli altri primati, loro hanno una fronte inclinata. Non hanno una corteccia frontale. Quella quantità aggiuntiva di neocorteccia è quella che abbiamo usato per aggiungere livelli più alti di astrazione, e quello per noi è stato il fattore abilitante per inventare, prima di tutto, il linguaggio, ma anche cose come l’umorismo e la musica. Nessun altro animale può mantenere un ritmo. Nessun altro animale può raccontare una barzelletta.

Quindi collegare il nostro cervello alle macchine ci renderà esponenzialmente più intelligenti e affascinanti?

Esattamente. Entro gli anni del 2030 avremo nanobot che potranno andare in un cervello in modo non invasivo attraverso i capillari, connettersi alla nostra neocorteccia e in pratica connetterla a una neocorteccia sintetica che funziona allo stesso modo nel cloud. Quindi avremo una neocorteccia aggiuntiva, proprio come abbiamo sviluppato una neocorteccia aggiuntiva 2 milioni di anni fa, e la useremo come abbiamo usato la corteccia frontale: per aggiungere altri livelli di astrazione. Creeremo forme più profonde di comunicazione di quanto siamo abituati oggi, musica più profonda e scherzi più divertenti. Saremo più simpatici. Saremo più sexy. Saremo più abili nell’esprimere sentimenti d’amore.

A cosa somiglierà esattamente dal punto di vista dell”utente?

Diciamo che sto camminando e vedo il mio capo di Google, Larry Page, che si sta avvicinando. Ho 3 secondi per trovare qualcosa di intelligente da dire, e i 300 milioni di moduli nella mia neocorteccia non ce la faranno. Ho bisogno di un miliardo di moduli per 2 secondi. Sarò in grado di accedervi nel cloud proprio come possiamo accedere al calcolo addizionale nel cloud dei nostri cellulari, e sarò capace di dire esattamente la cosa giusta.

Ma la verità è che non sapremo come sembrerà. Una volta che possiamo espandere il nostro pensiero nel cloud, la nostra intelligenza cresce oltre ogni cosa che possiamo attualmente comprendere. La nostra intuizione sul futuro è lineare. È innata nei nostri cervelli in quel modo. Dieci migliaia di anni fa si seguiva un animale nel campo e ci si aspettava che accelerasse mentre proseguiva. Si sarebbe fatta una previsione lineare su dove sarebbe andato così da poterlo prendere. Quel tipo di pensiero aveva un senso, ma ignora il tipo di crescita esponenziale che vediamo con la tecnologia. Ci stiamo avvicinando al punto in cui il progresso tecnologico diventerà così veloce che la comune intelligenza umana non sarà capace di seguirlo. È un orizzonte dopo il quale i concetti con cui abbiamo familiarità sono così trasformati che è difficile vedere oltre.

Questo è l’evento orizzonte che tu chiami Singolarità. Perché hai collocato il suo arrivo così nello specifico nel 2045?

L’intelligenza non biologica creata in quell’anno raggiungerà un livello che è un miliardo di volte più potente di tutta l’intelligenza umana di oggi. Ma ci saranno cambiamenti drammatici prima di ciò. Sono stato coerente con queste date da decenni. Una è il 2029, quando i computer supereranno un valido test di Turing, nel senso che saranno indistinguibili dall’intelligenza umana in una conversazione.

Come ci aiuterà questo a vivere più a lungo?

Iniziamo con la genetica, che ora è chiamata biotecnologia. Sta iniziando a rivoluzionare la pratica clinica e trasformerà completamente la medicina entro una o due decadi. Stiamo cominciando a riprogrammare il software obsoleto della vita – i 23.000 piccoli programmi che abbiamo nei nostri corpi, chiamati geni. Li programmeremo lontani dalla malattia e lontani dall’invecchiamento.

Ad esempio, al Joslin Diabetes Center hanno spento il gene del recettore dell’insulina che ti dice di mantenere ogni caloria nelle tue cellule adipose. Era una buona idea 10.000 anni fa quando i nostri geni evolvevano, perché la prossima stagione di caccia non avrebbe potuto funzionare così bene. Ma oggi è alla base di un’epidemia di obesità, diabete e malattie del cuore. Ci piacerebbe spegnere quel gene. Hanno provato con esperimenti su animali. Gli animali mangiavano voracemente, ma rimanevano magri. Non contraevano il diabete. Non contraevano malattie del cuore. Hanno anche vissuto più a lungo del 20%. E questo è solo un esempio su 23.000 geni.

Siamo coinvolti con una società che si occupa di aggiungere un gene alle persone a cui manca un gene che causa una malattia terminale chiamata ipertensione polmonare, e il trattamento ha davvero funzionato nelle sperimentazioni umane. Possiamo sottrarre geni. Possiamo modificare cellule staminali per avere effetti desiderabili come il ringiovanimento del cuore se è stato danneggiato dopo un attacco, che è vero per la metà di tutti i sopravvissuti dagli infarti.

Il punto è che l’assistenza sanitaria è ormai una tecnologia dell’informazione soggetta alle stesse leggi dell’accelerazione e del progresso che vediamo con le altre tecnologie. Presto avremo l’abilità di ringiovanire tutti i tessuti del corpo e degli organi e sviluppare farmaci mirati specificamente al processo metabolico alla base di una malattia piuttosto che adottare un approccio colpisci-o-manca.

Minuscoli robot che combattono la malattia nelle nostre vene?

Sì. Entro gli anni del 2020, inizieremo a usare i nanobot per completare il lavoro del sistema immunitario. Il nostro sistema immunitario è grandioso, ma si è evoluto migliaia di anni fa quando le condizioni erano diverse. Non era nell’interesse della specie umana vivere molto a lungo, così di solito le persone morivano all’età di 20 anni. L’aspettativa di vita era di 19 anni. Il tuo sistema immunitario, ad esempio, fa un pessimo lavoro sul cancro. Pensa che il cancro sia tu. Non tratta il cancro come un nemico. Inoltre, non funziona bene su retrovirus. Non funziona bene su cose che tendono a colpirci più tardi nella vita, perché non ha scelto la longevità.

Possiamo finire il lavoro iniziato dalla natura con la cellula non biologica T. Le cellule T sono, infatti, nanobot – quelli naturali. Sono della grandezza di una cellula del sangue e sono abbastanza intelligenti. Ho davvero osservato una delle mie cellule T attaccare i batteri su un vetrino da microscopio. Avremmo potuto averne una programmata per affrontare tutti i patogeni e per scaricare un nuovo software da internet se un nuovo tipo di nemico, come un nuovo virus biologico, fosse emerso.

Mentre faranno da traino negli anni del 2030, i nanobot nel flusso sanguigno distruggeranno patogeni, rimuoveranno gli avanzi, libereranno i nostri corpi dai coaguli, dalle ostruzioni e dai tumori, correggeranno gli errori del DNA e invertiranno per davvero il processo di invecchiamento. Un ricercatore ha già curato diabeti di tipo 1 nei ratti con un dispositivo delle dimensioni di una cellula sanguigna.

Quindi se possiamo aspettare per altri 15 anni, possiamo in pratica vivere per sempre?

Credo raggiungeremo un punto intorno al 2029 quando le tecnologie mediche aggiungeranno un anno in più ogni anno alla tua aspettativa di vita. Ma con questo non voglio dire che l’aspettativa di vita è basata sulla tua data di nascita, ma piuttosto sulla tua aspettativa di vita residua.

Sono tante repliche di Friends. Non ci annoieremo?

La noia è certamente una delle sfide. Se faremo le stesse cose per centinaia di anni, la vita diventerà profondamente monotona. Ma è vero solo se abbiamo un’estensione della vita radicale senza l’espansione radicale della vita. Quindi ci renderemo più intelligenti, come stiamo già facendo, ma quando ci uniremo direttamente con questa tecnologia ed espanderemo il nostro pensiero nel cloud, aggiungeremo più livelli di astrazione al nostro pensiero.

Così come siamo passati dall’essere primati a umani e inventato arte, musica e scienza, con quella neocorteccia aggiuntiva andremo a sommare forme di comunicazione e forme di attività ancora più profonde quando, di nuovo, aggiungeremo livelli e possibilità alla nostra neocorteccia. Avremo ambienti virtuali fantastici. Possiamo goderci ogni tipo di ambiente terrestre, ma abbiamo anche ambienti immaginari fantastici limitati solo dalle nostre immaginazioni, e le nostre immaginazioni diventeranno più grandi.

Negli anni del 2030, io e te potremmo trovarci a centinaia di miglia di distanza e sembrerà come essere seduti insieme come lo siamo ora – ci sono anche tecnologie che ci permetteranno di toccarci l’uno con l’altro. A dire il vero ho dei brevetti su questo. L’acquisizione di Facebook da 2 miliardi di dollari di Oculus Rift è solo un segno dell’avvento dell’era della realtà virtuale. Oggi la tecnologia non è abbastanza realistica, ma per la metà del 2020, con i dispositivi basati sulla retina che trasmettono immagini direttamente sulla tua retina, dispositivi simili nelle tue orecchie e altri sensori che stimolano il senso del tatto, tu ed io potremmo essere in luoghi diversi eppure sentirci completamente come se fossimo entrambi al tavolo al Taj Mahal o camminando su una spiaggia mediterranea virtuale, sentendo l’aria tiepida sui nostri volti.

Entro gli anni ’30 del 2000 questa tecnologia entrerà nel sistema nervoso. Ho menzionato i nanobot che connetteranno la tua neocorteccia al cloud. Un’altra applicazione sarà quella di mandare i segnali direttamente alla tua neocorteccia come se provenissero dai tuoi sensi. Così il tuo cervello sentirà come se fosse davvero nell’ambiente virtuale. Sarà estremamente realistico e incorporerà tutti i sensi.

[…]

Di sicuro sei ottimista. Ma in molti modi, il mondo è un luogo sempre più difficile e pericoloso. Guarda alla continua violenza in Medio Oriente e ai regimi totalitari in Africa e in Corea del Nord, per non parlare della corruzione, del razzismo e dell’avidità.

Beh, non metterei tutti questi fenomeni nello stesso cesto. Nonostante i regimi oppressivi, il consenso si sta in realtà muovendo nella giusta direzione, verso una maggiore autonomia, libertà e democrazia. Non era sempre la filosofia del mondo. Voglio dire, non c’era quasi nessuna democrazia 200 anni fa e solo una manciata 100 anni fa. Non tutte le società sono democrazie perfette oggi, ma la maggior parte delle persone crede sia la norma desiderabile che dovremmo cercare.

Questo è il periodo più prospero e pacifico della storia umana. Se leggi il libro di Steven Pinker “The Better Angels of Our Nature” (“Il declino della violenza“, ndr), lui documenta una profonda inversione esponenziale nella violenza. La probabilità di essere uccisi centinaia di anni fa era molto più grande di quanto lo sia oggi perché c’era una estrema scarsità di risorse centinaia di anni fa. La tecnologia sta guidando il progresso anche qui. Da una parte stiamo vedendo più violenza perché le persone la stanno riprendendo con i loro cellulari. Ma ciò porta consapevolezza. In passato, il villaggio vicino poteva essere distrutto e tu non ne avresti mai sentito parlare.

La vita umana è diventata incommensurabilmente migliore. I poveri oggi hanno servizi che re e regine non avevano 100 o 200 anni fa, tra cui refrigeratori e servizi igienici, per non parlare dei computer, dei televisori e della musica registrata.

Un vasto divario digitale separa coloro con accesso alla tecnologia delle comunicazioni da quelli senza accesso. Questo gap non diventerà più ampio?

No. La gente pensa che il mondo stia diventando più povero, ma secondo la Banca Mondiale, per esempio, la povertà in Asia è stata ridotta del 90% negli ultimi 20 anni perché queste società sono passate dall’essere economie agrarie primitive a fiorenti economie dell’informazione. Internet sta entrando nelle aree in via di sviluppo con un ritmo rapido. Il ragazzino in Africa con lo smartphone ha più accesso intelligente all’informazione rispetto a quello che aveva il presidente degli Stati Uniti 15 anni fa, e un progresso del genere si diffonde molto rapidamente. È un mondo radicalmente diverso rispetto a quello di una o due generazioni fa.

Viviamo in tempi interessanti.

Molto interessanti. Le persone dicono che non vogliono vivere per sempre. Spesso la loro obiezione è che non vogliono vivere centinaia di anni nel modo in cui la quintessenza dell’età di 99 anni è percepita – fragile o malata e supportata artificialmente. Prima di tutto, non è di questo ciò di cui stiamo parlando. Stiamo parlando di rimanere sani e giovani, ovvero di invertire l’invecchiamento e di essere in forma ideale per te stesso per lungo tempo. Inoltre non vedono di quante incredibili cose possono essere testimoni nel tempo – i cambiamenti, le innovazioni. A me piacerebbe restare.

Disegno fusione tra uomo e tecnologia digitale


L’anno scorso Bill Gates ha detto: “Sembra abbastanza egocentrico, mentre abbiamo ancora la malaria e la tubercolosi, che i ricchi finanzino cose in modo da vivere più a lungo”.

Bill Gates sta completamente ignorando il tasso di deflazione del 50% che è insito nella tecnologia dell’informazione. Venti anni fa dovevi essere ricco per avere un telefono cellulare. Non funzionavano molto bene. Fecero una cosa, che era fare telefonate, e lo fecero male, e non entravano in tasca. Oggi ce ne sono miliardi che fanno milioni di cose, e sono fondamentalmente gratuite. Con il tempo le tecnologie funzionano bene, sono alla portata di quasi tutti. Entro il 2020, in generale la ricchezza non sarà necessaria.

Non avremo bisogno dei soldi in futuro?

Saremo in grado di sopravvivere con pochi soldi. Non che io supporti questa cosa. I soldi saranno importanti. Ma avvicinandoci al 2020, saremo in grado di stampare la maggior parte delle risorse materiali di cui abbiamo bisogno con le stampanti 3D e tecnologie simili. Saremo capaci di stampare vestiti a pochi centesimi a libbra, che sono i costi della stampa 3D, e ci sarà un mercato open source con design gratuiti che potrai scaricare e poi stampare con la tua stampante.

Che ne dici delle nostre esigenze energetiche ed alimentari?

Certamente entro 20 anni saremo in grado di soddisfare tutte le nostre esigenze di energia attraverso il solare e altre fonti rinnovabili. Siamo inondati dall’energia – 10.000 volte di più di quanto ne abbiamo bisogno, dal sole. E passeremo a queste fonti rinnovabili non solo perché siamo preoccupati dell’impatto sull’ambiente, ma perché sarà più conveniente e più economico.

Sappiamo come pulire o desalinizzare l’acqua usando altre tecnologie emergenti, come il sistema distillazione-acqua-vapore Slingshot di Dean Kamen, a costo molto basso, in particolare se abbiamo energia a basso costo. Avremo una rivoluzione dell’agricoltura verticale dove coltiveremo il cibo in edifici verticali, riciclando tutti gli ingredienti e le risorse così da non avere alcun impatto ecologico, a differenza del disastro ambientale rappresentato dagli allevamenti intensivi. Frutta e verdura senza pesticidi prodotte attraverso piante idroponiche, carni clonate in vitro.

Molte delle tue previsioni precedenti erano accurate, ma hai anche sbagliato parecchio. In “La Singolarità è vicina” hai scritto che entro il 2015 saremmo stati in grado di dipendere dai robot per pulire le nostre case.

Non credo di aver detto davvero questo. Ma se cerchi le mie previsioni su Google, vedrai che me la sono cavata abbastanza bene in generale. Ho fatto un’analisi delle previsioni che ho fatto per il 2009 nel libro “The Age of Spiritual Machines” , che ho scritto alla fine degli anni ’90. Ho fatto 147 previsioni, e l’86% erano corrette. Anche se alcune erano sbagliate, come le auto senza pilota, non tutte erano così incorrette. Erano sbagliate di pochi anni. Direzionalmente erano abbastanza accurate.

[…]


Altri critici ti chiamano sognatore utopico. Non per smorzare l’entusiasmo, ma cosa significa fermare le forze oscure dall’usare le tecnologie che descrivi e mettere la società in grave pericolo?

Prima di tutto, la mia visione del futuro non è utopica. I problemi ci saranno sempre. La privacy è un grande problema, per esempio. Ma in qualche modo, anche la privacy sta migliorando. Sono cresciuto in una zona dove non si poteva avere una conversazione privata al telefono. Non sapevi chi era in linea ad ascoltare perché c’erano altre estensioni. Oggi la comunicazione è privata e anche le intrusioni occasionali sono abbastanza innocue. Mi imbatto in pochissime persone che mi dicono che le loro vite sono state rovinate da qualche invasione della privacy. Questo non vuol dire che non è un problema serio, come hanno scoperto alcune grandi aziende. Ma fino ad ora, la crittografia sta avanzando più rapidamente rispetto alle tecnologie di decrittografia.

Che ne dici del bioterrorismo?

È una preoccupazione. Se un bioterrorista rilascia un nuovo virus biologico, è un serio pericolo. Ma possiamo combatterlo. Ero nell’Army Science Advisory Group, e il mio problema era proteggere noi stessi dal bioterrorismo. Oggi abbiamo un sistema di risposta rapida. Possiamo sequenziare un virus quasi in maniera istantanea.

È un altro esempio di crescita esponenziale: ci sono voluti 5 anni per sequenziare l’HIV; per la SARS ci sono voluti 31 giorni. Ora possiamo farlo in un giorno. Così possiamo creare molto rapidamente un farmaco basato sull’interferenza dell’RNA oppure un vaccino basato sull’antigene e diffondere la protezione velocemente se arrivasse un’epidemia. Questa è parte del protocollo emerso dall’Asilomar Conference che ha stabilito le linee guida e gli standard etici per i professionisti responsabili, così come un sistema di risposta rapida per ogni evenienza.

Gli hacker potrebbero chiudere internet con virus informatici?

Nella fase iniziale è stato previsto che i virus informatici, che allora stavano emergendo, alla fine sarebbero diventati così potenti che avrebbero reso internet inutile, e parte di quella previsione è diventata realtà.

I virus informatici sono diventati molto sofisticati e potenti, ma abbiamo anche un sistema immunitario tecnologico che rileva nuovi virus e che li tratta con il reverse engineering in modo semi-automatico e offre degli antidoti che vengono diffusi viralmente su internet nella forma di software antivirale.

Questo è il paradigma che usiamo per mantenere queste tecnologie al sicuro, ma non è una soluzione adatta perché la tecnologia diventa sempre più sofisticata. Sì, i pericoli diventano più pericolosi, ma anche i nostri strumenti per combatterli diventano più potenti.

Poi c’è la semplice distrazione. Più del 25% delle collisioni automobilistiche hanno a che fare con i cellulari. E le persone stanno andando in riabilitazione per la dipendenza da internet. Abbiamo davvero bisogno di più tecnologia?

Dipende dal tipo di tecnologia di cui stai parlando. L’automobile è una tecnologia ok, ma non è grandiosa. Gli umani sono infatti dei pessimi guidatori. Nel corso di questa intervista, dozzine di persone nel mondo sono morte a causa dei guidatori umani. Ci sono 1,2 milioni di morti e milioni di infortuni ogni anno causati dagli autisti umani. Motivo per cui i veicoli automatizzati sono per strada. È solo un altro esempio di come la tecnologia renderà la vita più sicura e più sana.

Ma cosa ne dici di questo scatto impulsivo che tutti noi abbiamo per controllare i nostri schermi a ogni semaforo, ad ogni pausa di una conversazione? Non può essere sano.

Gli esseri umani hanno una propensione alla dipendenza, e questo certamente si estende alla tecnologia. I libri di Sherry Turkle e di altri sostengono che preferiremmo comunicare sui nostri dispositivi piuttosto che l’uno con l’altro. Ma generalmente, c’è un’altra persona dall’altra parte del dispositivo. Gli adolescenti e i bambini ancora più giovani che crescono oggi stanno comunicando con persone in tutto il mondo in modi che sono molto edificanti ed educativi.

Il triage del tempo è in realtà la decisione più importante che abbiamo. Per cosa spenderemo il nostro tempo? Quando impareremo di più sul cervello ed espanderemo i nostri cervelli unendoli con la tecnologia, li tratteremo come delle reti per migliorare il nostro uso del tempo in modi più creativi e profondi.

[…]

Diresti che la tecnologia è la tua religione?
La religione è nata in tempi pre-scientifici, e ha tentato di rispondere a domande valide tipo come mai siamo qui e cos’è quest’incredibile miracolo delle persone che entrano in un’esistenza e che prima non esistevano? E poi il miracolo inverso della loro scomparsa, e dove sono andati, e cosa succede, e qual è la natura della coscienza, e se abbiamo davvero il libero arbitrio, e cosa dovremmo fare quando siamo qui? La religione è sorta con idee valide.

Credo che la più importante sia la Regola d’Oro – trattare le altre persone nel modo in cui si vorrebbe essere trattati. Oggi abbiamo un quadro più chiaro della natura della realtà grazie alla fisica, alla biologia e alla neuroscienza, quindi dovremmo aggiornare le nostre risposte a queste domande basate sulla nostra maggiore comprensione del mondo.

Ci sono molte cose che la scienza non è in grado di spiegare.

È vero. In particolare, la scienza non fornisce una risposta definitiva al problema della coscienza. In realtà non c’è nessun esperimento falsificabile possibile da eseguire che potrebbe rispondere definitivamente alla domanda se un soggetto è cosciente o meno. Potresti chiedere all’entità, e quel personaggio di un videogioco di oggi direbbe “Sì, sono cosciente, e sono molto arrabbiato con te”. E non gli crederemmo, perché non ha i piccoli indizi che associamo con l’avere quegli stati soggettivi.

Ma la mia tesi è che, quando arriveremo negli anni del 2030, la coscienza artificiale sarà molto realistica. Ecco cosa significa superare il test di Turing. E noi ci crederemo. Loro si arrabbieranno con noi se non li crederemo. E dal momento che saranno molto intelligenti, non vogliamo che ciò accada. Ma quella è coscienza? John Searle, un filosofo di Berkley, dice che la coscienza è solo un altro attributo biologico, come la digestione, l’allattamento o la respirazione. Ma non è questo il caso. Non possiamo davvero inserirci nell’esperienza soggettiva di un’altra entità. Gli animali sono coscienti? Non lo sappiamo. Tale questione è la radice del problema dei diritti degli animali. Penso che il mio gatto, prima che morisse, fosse cosciente. Non tutti sono d’accordo su questo, ma probabilmente loro non avevano incontrato il mio gatto.

È vero che hai deciso di essere congelato nel caso della tua prematura scomparsa?

Sì, con la considerazione di essere rianimato dopo decine di anni. Penso che sarà fattibile negli anni del 2040.

Come ti senti per questa prospettiva?

Male. Ho abbastanza difficoltà nel rimanere in cima alle mie responsabilità quando sono vivo e vegeto. Quindi l’idea di essere in animazione sospesa per decenni non è attraente. Questo è il piano D. Il piano A è quello di farcela, e sto bene. Fin qui tutto bene. In effetti ho scritto questi libri per incoraggiare e umiliare me stesso nel prendermi cura della mia salute. Quindi potrei essere un esempio di ciò di cui sto parlando. Anche il piano B è quello di farcela. Il piano C è la stessa cosa.

Se morirai prima dell’arrivo della Singolarità, significa che hai fallito?

Sì. Considero la morte come la tragedia più grande. La gente parla di abituarsi alla morte e accettarla, ma la fine di ogni vita è una perdita terribile, come la Biblioteca di Alessandria che brucia. Tutta quell’informazione, tutte le loro abilità, la loro personalità, i loro ricordi sono andati. Anche la gente che ha amato quella persona soffre. Una porzione significativa della loro neocorteccia si è evoluta per capire le persone e interagire con loro. E poi improvvisamente quella persona non è più lì per loro ad usare quella parte del loro cervello. Ciò porta allo shock del lutto. Chiamo lutto il prezzo dell’amore.

Ma penso che trascendere i nostri limiti sia la missione dell’umanità. E la limitazione più profonda che abbiamo è la durata della nostra vita. È la cosa più difficile da accettare per le persone perché la nascita, la vita e la morte sono state con noi sin dall’inizio della storia documentata. Ma posso vedere un percorso che non è lontano in cui possiamo estendere le nostre vite indefinitamente.

Sapremo quando abbiamo raggiunto questo periodo di cui parli?

Questa è una buona domanda. Voglio dire, nulla è mai certo. Domani potrei essere colpito dal famoso autobus. Credo inizieremo a superare le cause delle nostre brevi vite, e diventerà un’inondazione in un futuro molto prossimo. Ma hai ragione: non possiamo mai conoscere davvero l’eternità. Per quanto possa provarci, non posso mai tornare indietro e dirti “Hey, ce l’ho fatta. Ho vissuto per sempre”, perché non è mai per sempre.


Questo è Ray Kurzweil. Futurista ottimista, però attento alle sfide che ci offriranno le nuove tecnologie, in particolar modo quelle digitali. Un tecnologo che non è preoccupato dei robot che ruberanno il lavoro, che considera l’intelligenza artificiale come un imperativo morale, che spera nell’estensione indefinita della vita e che crede nel trasferimento della nostra coscienza su supporti digitali in futuro.

Come stesso lui ha affermato, molte delle sue previsioni si sono realizzate; qualcuna non si è rivelata esatta, qualcun’altra è andata molto vicino alla realtà. Il nostro mondo tra 25-30 anni sarà come quello immaginato da Kurzweil? Dovremo augurarcelo oppure non sarà uno scenario del tutto positivo? Non possiamo rispondere con esattezza a queste domande. Ma possiamo osservare il costante progresso tecnologico: su questo non ci sono dubbi.

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Fonte immagine copertina: Flickr

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