Inutile girarci attorno. Molte persone desiderano davvero poter vivere per sempre. O almeno di avere la possibilità di vivere qualche centinaio di anni in più. E c’è un movimento culturale chiamato Transumanesimo che supporta il progresso scientifico e tecnologico per potenziare le nostre capacità fisiche e mentali. Quindi per poter vivere meglio e più a lungo.

Aumentare la qualità e la quantità della vita grazie alle tecnologie può essere definito come l’obiettivo principale dei transumanisti. Ma non tutti condividono lo stesso percorso e le stesse idee. Ciò rappresenta apparentemente un punto debole del movimento. Ma credo invece sia più un punto di forza perché consente di instaurare un reale confronto tra i diversi pensieri e aiuta ad alimentare i dibattiti nell’ambito del settore scientifico-tecnologico.

E quindi alla domanda “Potremo vivere per sempre?” i transumanisti saranno tutti d’accordo nel rispondere “Sì”. Probabilmente saranno d’accordo sui 3 aspetti: potenziare la longevità, l’intelligenza e il benessere. Probabilmente, però, non tutti descriveranno il come, il quando e il perché allo stesso modo. Vediamo qualche esempio.

 

Ben Goertzel

I transumanisti sono sempre alla ricerca di modi nuovi per poter allungare la nostra prospettiva di vita e per migliorare le nostre capacità psicofisiche. Uno dei principali leader del transumanesimo, il dottor ben Goertzel, è convinto che la tecnologia ci fortificherà così tanto che ci permetterà di vivere in tantissimi modi diversi.

Abbiamo questa strana idea che morire è qualcosa di cui abbiamo bisogno. Non lo è – ci guardiamo indietro e pensiamo al morire come qualcosa di barbaro come la schiavitù.“. Egli condivide il pensiero del biochimico inglese Aubrey de Grey che considera la vecchiaia come una malattia da sconfiggere.

Per Goertzel ci sarà un modo per vivere per sempre. “Penso che l’immortalità digitale sicuramente succederà. Spero che accadrà durante la mia vita.“. Con immortalità digitale si fa riferimento al mind uploading, cioè al processo attraverso il quale sarà possibile trasferire la mente di una persona, comprese le memorie e i tratti caratteriali, su un supporto digitale. Goertzel sostiene che un giorno ciò sarà possibile: “La mente è un modello di organizzazione piuttosto che… materia fisica.

Goertzel non è l’unico sostenitore del mind uploading. Randal Koene vuole caricare la sua mente su un computer valicando i limiti biologici del corpo, considerando tutte le conseguenti implicazioni etiche. Anche Martine Rothblatt vorrebbe vivere per sempre caricando la mente su un computer. Sostiene che quest’occasione si presenterà molto prima del previsto. Insomma, creando una copia del nostro cervello potremo vivere indefinitamente nel corso del tempo. Qualcuno è scettico, qualcun altro è contrario. Fatto sta che questi scienziati si stanno veramente dando da fare per realizzare questa tecnologia.

 

Kevin Warwick

Uno dei primi a poter essere definito cyborg è stato lo scienziato britannico Kevin Warwick. Perché cyborg? Perché le sue capacità fisiche sono controllate e potenziate attraverso dei dispositivi meccanici ed elettronici. Nel 1998 si fece impiantare sotto pelle un trasmettitore RFID (Radio-frequency identification) con cui poteva controllare porte, luci, stufe e altri dispositivi collegati a un computer centrale. Nel 2002, invece, si sottopose a un intervento chirurgico per l’installazione di un’interfaccia neurale.

Ho ricevuto 100 elettrodi posizionati nel mio sistema nervoso per collegarlo a un computer e ad internet. In questo modo ho potuto controllare una mano robotica a migliaia di miglia di distanza negli Stati Uniti mentre ero seduto in Gran Bretagna a muovere la mia mano.

Grazie agli elettrodi, Warwick ha potuto sentire anche cosa percepiva la mano robotica. “Attraverso gli impulsi elettrici nel mio cervello sentivo quanta forza veniva applicata alla mano, come se fosse la mia.“. Anche sua moglie si sottopose allo stesso intervento con lo scopo di creare una sorta di telepatia basata su un collegamento internet. Ed era il 2002. Incredibile vero? In tutti questi anni sono stati fatti ulteriori progressi. Tra i più recenti c’è quello della DARPA che ha sviluppato un braccio robotico in grado di restituire il senso del tatto.

Warwick sostiene che queste tecnologie potranno aiutare quelle persone che hanno in generale problemi al sistema nervoso. Alcuni di questi problemi non consentono loro di comunicare in modo efficace. Un giorno potremo costruire una rete attraverso la quale potremo scambiarci informazioni con un sistema cervello-cervello. Poco tempo fa un esperimento del genere è riuscito. Due cervelli sono entrati in connessione tramite internet. Sarà una soluzione per poter vivere per sempre? Vedremo.

 

Anders Sandberg

L’immortalità digitale e l’interfaccia neurale sono solo due dei modi che potrebbero aumentare le capacità fisiche e psicologiche delle persone. Ma tutti i transumanisti sono d’accordo sul fatto che bisogna trovare soluzioni etiche per quanto riguarda l’unione dell’uomo con la tecnologia. E bisogna evitare che quest’ultima ci sostituisca definitivamente. Si, siamo passati da uno scenario ottimistico a uno pessimistico proprio per capire perché non conviene sottovalutare determinati aspetti.

A proposito di problemi etici, secondo il filosofo e transumanista Anders Sanberg “è possibile immaginare una società dove i ricchi vogliano tenere l’immortalità per se stessi“. Una società, dunque, dove l’accesso alle nuove tecnologie sarebbe fortemente limitato perché dipenderebbe dalla disponibilità economica di ogni singolo individuo. I transumanisti vogliono evitare che si arrivi a una situazione del genere. Questo aspetto, purtroppo, spesso passa in secondo piano.

Ma Senders non mostra particolari preoccupazioni a riguardo. Anzi, il suo atteggiamento è abbastanza positivo e crede che non dovremmo temere i cambiamenti che i transumanisti auspicano.

È necessario pensare agli esseri umani in futuro come si potrebbe pensare delle scimmie che ci hanno preceduto in passato. Non piangiamo i nostri antenati, siamo felici di esserci evoluti. E sarà così anche in futuro.“.

 

Migliorare per migliorarci

La BBC ha realizzato un breve documentario dove Goertzel, Warwick, Sanders ed altri esperti intervengono sul tema del transumanesimo. Consiglio di dargli un’occhiata perché a grandi linee si possono apprezzare meglio le idee abbracciate da questo movimento.

 

Esistono diversi modi con cui gli scienziati voglio raggiungere l’immortalità. Grazie a tecnologie come la stampa 3D, la robotica, la cibernetica e l’ingegneria genetica riusciremo a migliorare la qualità della vita. Ad esempio Zoltan Istvan, candidato transumanista alle elezioni politiche americane del 2016, ha pensato addirittura a 4 tecnologie per sopravvivere ad eventuali catastrofi naturali.

Il Transumanesimo spesso viene considerato come un movimento sostenuto da coloro che vogliono “giocare a fare Dio”. Chi non ne conosce le basi e ascolta espressioni come “vivere per sempre”, allora inizia a preoccuparsi. Certo, bisognerebbe sempre e comunque valutare tutti i possibili rischi. Soprattutto se avremo a che fare con tecnologie che potranno cambiare radicalmente il nostro modo di vivere e convivere. Ma trovo deleterio per il progresso scientifico e tecnologico porre un’etichetta del genere a un movimento che in fondo vuole semplicemente migliorare le condizioni umane.

Tra le altre cose che possono sfuggire a chi ne sa poco o ne vuole sapere poco, il Transumanesimo considera l’uomo come soggetto libero. Ovvero, ognuno di noi sarà libero di scegliere se migliorare la propria condizione umana. Senza costrizioni né influenze esterne. Sarà una scelta personale e ogni scelta prevede una presa di responsabilità.

Fonte: bbc
Immagine: Flickr

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