I rifiuti e i gas di scarico stanno rovinando il nostro pianeta. E ciò è un grosso problema. Alcuni scienziati provano a sviluppare nuove tecnologie per ridurre l’inquinamento e tutelare l’ambiente. Parte di queste tecnologie già esistono: macchine per il riciclaggio, automobili elettriche e altri sistemi per ridurre la produzione di gas ad effetto serra.
Ma forse siamo arrivati a un punto critico in cui è impossibile ripristinare l’equilibrio ambientale affidandoci solo a queste tecnologie. Zoltan Istvan, futurista e filosofo transumanista americano, sostiene che la vera sfida degli umani è quella di adattarsi a quelle tecnologie che ci consentiranno di oltrepassare i nostri limiti biologici. Propone cioè un’evoluzione transumana in cyborg, uno stato molto meno vulnerabile alle sfavorevoli condizioni ambientali.
Istvan propone dunque 4 tecnologie di cui gli esseri umano avranno bisogno per sopravvivere alle catastrofi naturali. Catastrofi come il cambiamento climatico, la caduta di un asteroide sulla terra o le conseguenze di una guerra nucleare. Vediamo quali sono queste tecnologie.
1. Immunoterapia
Il pericolo principale di una guerra nucleare sono le radiazioni che possono causare il cancro. Ad oggi non esiste una terapia che possa guarire dal cancro. Ma il settore dell’immuno-oncologia sta facendo molti progressi nella ricerca di un metodo per trattare con successo la malattia. Grazie a questi tipi di terapie è possibile usare il proprio sistema di difesa immunitaria per attaccare le cellule cancerose.
Secondo il dottor Axel Hoos, vice presidente dell’Oncology Research alla GlaxoSmithKline, “entro 10 anni tutti coloro che soffrono di cancro saranno trattati con una immunoterapia“. Grazie all’immunoterapia potremo evitare inoltre la chemioterapia, un trattamento tossico per il nostro corpo.
Durante questi 10 anni verranno effettuati ulteriori studi per approfondire gli effetti collaterali del trattamento. Se consideriamo che prima di questa scoperta si pensava che il nostro sistema immunitario non potesse attaccare le cellule tumorali, allora possiamo essere ottimisti.
2. Organi bionici
Molte persone perdono la vita a causa delle disfunzioni degli organi che sono causate dalla morte cellulare, dalle malattie e dai traumi. E l’ambiente in cui viviamo condiziona molto la nostra salute. In caso di catastrofe naturale potremmo essere più in pericolo di quanto possiamo immaginare. Ma con organi più prestanti e durevoli progettati in laboratorio potremo risolvere anche questo problema.
Stiamo già facendo progressi in questo campo. Ad esempio la Carmat, società francese di biotecnologie, sta installando cuori artificiali (vedi anche BIVACOR) che possono durare fino a 5 anni. Con il progresso tecnologico c’è la possibilità che, un giorno, questi cuori artificiali diventino l’equivalente di un cuore biologico umano.
Potremo creare anche altri organi oltre al cuore grazie alla stampa 3D. I ricercatori non sono riusciti ancora a stampare in 3D un organo pienamente funzionante, ma abbiamo fatti enormi passi avanti. E i risultati sono davvero sorprendenti. Inoltre, con gli organi stampati in 3D potremo testare nuovi farmaci senza mettere a rischio la salute dei pazienti. Alcuni scienziati hanno già ricreato le ossa del naso e del cranio. Altri addirittura sono riusciti a ricostruire delle arterie.
Ma Istvan sottolinea che forse il punto più importante, considerando una futura catastrofe naturale, è l’aria che respiriamo. Dovremo quindi concentrarci sullo sviluppo di polmoni bionici. Oggi molti ospedali possiedono delle macchine che aiutano i loro pazienti nella respirazione, ma sono complesse e ingombranti. Avremo bisogno che simili sistemi vengano inseriti direttamente nel nostro corpo. Qualcuno ci sta già pensando con Biolung, un dispositivo della grandezza di una lattina che imita il funzionamento di un polmone. Funzionerà con gli “oxygen shots“, ovvero delle immissioni di microparticelle di ossigeno nel flusso sanguigno.
3. Tecnologia indossabile per il controllo della temperatura
I dispositivi indossabili si fanno sempre più spazio all’interno del mercato. Ne esistono molti per monitorare l’attività fisica e la salute. Ma in futuro avremo bisogno anche di un altro tipo di tecnologia indossabile. Avremo bisogno, infatti, di abiti che si riscaldano e si raffreddano in base alle condizioni dell’ambiente esterno.
La nostra pelle può gestire i cambi estremi di temperatura solo per brevi periodi di tempo. A lungo termine la questione è molto più complessa. Per questo motivo abbiamo la necessità di sviluppare tecnologie come quella della Fuel Wear Flame Base che permette di riscaldare una maglietta sottile da indossare sotto il proprio abbigliamento. Oppure come quella di ClimaWear che consente di stare freschi quando fa caldo.
Alcuni biohacker sperano addirittura di poter sostituire, per chi lo desiderasse, i propri arti con quelli bionici entro 10 anni. Tali arti bionici saranno in continua comunicazione con il sistema nervoso e reagiranno ai pensieri. In quel caso non ci sarà alcun bisogno né del riscaldamento né del raffreddamento. Se sei curioso sulla costruzione di arti bionici, ti consiglio di leggere la storia di Les Baugh.
4. Alternative alimentari
Cosa accadrebbe se riuscissimo a fare a meno di mangiare e di bere? Questa possibilità è forse quella più difficile da immaginare e da realizzare. Zoltan Istvan ha provato a fornirci alcune spiegazioni. Milioni di persone muoiono ogni anno a causa dell’intossicazione alimentare, dei problemi digestivi e della malnutrizione. Il motto è: più riusciremo a fare a meno dei nostri organi biologici e più riusciremo a stare meglio. In questo modo, ridurremo anche il nostro impatto sull’ambiente che già da tempo mostra segni di cedimento.
Sembra paradossale, ma se troveremo altre fonti di energia per la nostra sopravvivenza, allora limiteremo drasticamente gli interventi sulla flora e sulla fauna del pianeta. Istvan propone un’alternativa simile a Solylent, un pasto in polvere che contiene tutte le vitamine, le fibre e le calorie indispensabili al corpo umano. È un alimentare vegano prodotto a impatto zero.
Un’altra alternativa potrebbero essere sostanze e cibi prodotti in laboratorio. Tra questi, sembra che la carne sintetica cresciuta attraverso le staminali sia la più promettente. Cibarsi di carne sintetica significherà sfruttare meno risorse della Terra per la coltivazione di cibi e l’allevamento del bestiame. Attualmente il 30% dei terreni coltivabili è dedicato al bestiame e agli animali da pascolo. Si tratta di una bella fetta del nostro pianeta.
Zoltan Istvan è convinto che nei prossimi 50 anni le cose potranno peggiorare. Allo stesso tempo, però, è ottimista sulle capacità di adattamento dell’uomo. Adattamento che in futuro non dipenderà più dalle risorse offerte dal pianeta Terra. Dipenderà piuttosto dalle tecnologie che sarà in grado di costruire. Un pensiero che, in fondo, è in gran parte condiviso dai sostenitori del Transumanesimo.
Ma tra 50 anni saremo pronti ad affrontare una catastrofe naturale? Il tranumanista americano crede che in futuro potremo non aver bisogno di acqua pulita, di un clima stabile, di oceani e di foreste per sopravvivere ed evolverci. Potremo fare a meno di tutte queste risorse se saremo capaci di perfezionare le nostre tecnologie. Ci riusciremo?
“Il rischio esistenziale può essere superato con l’adattamento oltre la fragilità della biologia umana.” – Zoltan Istvan –