Odio la guerra. Odio tutto ciò che ha a che fare con la guerra. O meglio, quasi tutto. Perché molte tecnologie sono nate e sono state sviluppate in ambito militare. Alcune di queste hanno potuto superare i loro confini approdando tra i comuni mortali e portando alcuni benefici nelle società. Ma in un workshop dove hanno partecipato i leader americani del Dipartimento della Difesa, dell’Army Research Lab e dell’Institute for Defense Analysis è stato discusso il futuro della guerra. E lo scenario prospettato vede tecnologie sofisticate dall’enorme potere distruttivo.

Il risultato del suddetto workshop è stato riassunto nel rapporto chiamato “Visualizing the Tactical Ground Battlefield in the Year 2050“. In questo rapporto è descritto il futuro della guerra: non più aeroplani, ma droni; non più soldati, ma supersoldati.

 

Droni automatici

I droni di oggi non sono completamente autonomi. Prima di attaccare un obbiettivo, è sempre necessario l’intervento umano. Ma nel rapporto si fa riferimento a dei droni che saranno più indipendenti e al controllo da parte dei militari che sarà pressoché limitato.

La differenza nel primo caso è che le decisioni umane sono un passo necessario in un processo e quindi gli umani esercitano un controllo sicuro. Mentre nel secondo gli esseri umani possono solamente osservare i comportamenti che si stanno verificando (e in alcuni casi le decisioni che sono state fatte e le motivazioni), ma possono solo agire dopo il fatto o in previsione di comportamenti attesi.”.

In effetti stiamo già lavorando per sviluppare tecnologie del genere. La Defense Advanced Research Project Agency (DARPA), ad esempio, si sta concentrando anche sulla progettazione dei droni del futuro. Inoltre, tra le diverse tipologie che l’agenzia americana ha testato e sta testando vi sono i droni sottomarini.  È quindi molto probabile che tra più di 30 anni vedremo dei droni ibridi, capaci cioè di compiere missioni sia per via aerea sia per via mare.

 

Umani aumentati

Se in futuro gli sforzi militari saranno concentrati maggiormente nella zona aerea vorrà dire che verranno impiegati meno militari via terra. Ma questi militari saranno ben attrezzati. “Questi umani sarebbero fisicamente e mentalmente aumentati con funzionalità avanzate che migliorano la loro capacità di percepire il loro ambiente, e interagirebbero tra loro.

Gli umani saranno dunque potenziati grazie a diverse tecnologie. Tra queste spicca senz’altro l’esoscheletro, una struttura cibernetica indossabile.

Questi super umani saranno caratterizzati da esoscheletri, avranno una varietà di impianti e avranno accesso diretto ai miglioramenti cognitivi e di percezione.

Ma le capacità fisiche e cognitive dei soldati potranno essere aumentate anche grazie all’ingegneria genetica, cioè una serie di tecniche che consentono di lavorare direttamente sui geni e sulla sequenza del DNA.

 

Fantascienza?

Alcuni credono che tra 35 anni non potremo raggiungere questi risultati e che ci vorrà molto più tempo. Altri credono che non svilupperemo mai queste tecnologie. Ma quello che molte persone trascurano è che le basi di queste tecnologie già esistono. Lo hanno evidenziato anche nel rapporto.

La presenza di super uomini sul campo di battaglia verso il 2050 è molto probabile, perché i vari componenti necessari per consentire questo sviluppo già esistono e sono in fase di rapida evoluzione.

Una fase di rapida evoluzione che consentirà la costruzione di queste e di ben altre tecnologie. Infatti, nel rapporto sono stati descritte anche situazioni di contrattacco da parte del nemico. Quest’ultimo potrebbe aver sviluppato sofisticate tecnologie come sistemi di monitoraggio dei segnali biofisici e delle capacità decisionali dei soldati.

Oltre ad avere le informazioni a disposizione per migliorare notevolmente la modellazione cognitiva individuale, questi modelli offrono la possibilità di distruggere le organizzazioni avversarie e le operazioni in maniera economicamente efficace.“.

Un altro elemento delle guerre del futuro sarà la collaborazione degli umani aumentati con i robot sui campi di battaglia. Le preoccupazioni dei firmatari della lettera aperta sui rischi dell’intelligenza artificiale si fanno più concrete? Da quello che possiamo leggere nel rapporto, pare di si.

I soldati potenziati potranno sopravvivere in condizioni ambientali ardue anche grazie alla nanotecnologia. Potranno anche contare sul supporto di robot dal potenziale offensivo altamente letale. I droni, quasi o del tutto autonomi, solcheranno i cieli e le acque per operazioni che richiederanno molta precisione. Sembra fantascienza, ma in futuro potrebbe non esserlo più.

Fonte: news.com.au
Immagine: Flickr

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