La società islandese di bioingegneria Össur ha annunciato di aver sviluppato una gamba bionica che può essere controllata attraverso i pensieri del subconscio. La tecnologia sfrutta dei minuscoli sensori mioelettrici impiantati chirurgicamente nei tessuti muscolari residui.

Le protesi controllate da impulsi muscolari non sono una tecnologia nuova: esse risalgono alla fine degli anni ‘60. Queste però presentavano dei limiti: i sensori ricevevano gli impulsi elettrici provenienti da più muscoli. Ciò si traduceva in poca precisione nei movimenti, lentezza e rigidità. Ma adesso, con sensori più performanti, è tutta un’altra storia.

 

Adattarsi al subconoscio

Due persone son riuscite a controllare le loro protesi che ormai possono essere definite come delle vere e proprie gambe bioniche. I sensori mioelettrici innescano il movimento desiderato dall’indossatore tramite un ricevitore posizionato nella protesi. Il processo avviene inconsciamente, in modo continuo e in tempo reale.

Il presidente e CEO di Össur, Jon Sigurdsson, ha dichiarato: “Le protesi delle gambe bioniche controllate dalla mente sono una notevole svolta clinica nella tecnologia bionica di prossima generazione. Adattando non solo i movimenti intenzionali dell’individuo, ma anche le azioni intuitive, siamo più che mai vicini alla creazione di protesi che sono veramente integrate con il loro indossatore.”.

 

Come funziona

Il funzionamento alla base di questa tecnologia è più o meno i seguente. Di solito, nelle persone normodotate il movimento inizia inconsciamente e innesca degli impulsi elettrici nel corpo per stimolare determinati muscoli all’azione. La protesi di Össur riproduce lo stesso principio. L’impulso elettrico inviato dal cervello viene ricevuto dai sensori mioelettrici situati nelle zone dei muscoli interessati. “Il risultato è il movimento fisico della protesi in qualunque modo intenda l’amputato”, ha detto il dr Thorvaldur Ingvarsson, chirurgo ortopedico di Össur.

 

La gamba bionica di Össur può apprendere in tempo reale e regolarsi automaticamente allo stile di camminata di chi la indossa. Il meccanismo non è ancora perfetto. La protesi richiede ancora una parte di pensiero cosciente da parte dell’indossatore. Ma con il progresso della tecnologia molti problemi verranno risolti, questo è poco ma sicuro.

 

I risultati

Due persone con arti inferiori mutilati hanno partecipato alla ricerca di Össur. Entrambi sono stati sottoposti ad operazione chirurgica per l’impianto dei sensori mioelettrici e hanno vissuto più di un anno con la protesi bionica. Il dottor Ingvarsson sostiene che i risultati sono stati positivi e che continueranno con la ricerca.

C’è una curiosità su questa tecnologia. È già stata utilizzata con grande successo per gli arti superiori. Per quanto riguarda gli arti inferiori, invece, i risultati non sono stati altrettanto soddisfacenti. Questo perché gli arti superiori richiedono maggiore controllo cosciente. Invece le gambe devono essere controllate tramite riflessi provenienti dal midollo spinale, e non dal cervello. La prossima sfida di Össur sarà quella di eliminare le differenze di controllo mentale che intercorrono tra una protesi per gli arti superiori e una protesi per gli arti inferiori. Riuscirà nell’impresa?

Nel mondo sono state inventate molte protesi che si basano sulla ricezione di segnali mioelettrici. Esempi: mano robotica Anthromod e Bebionic. La speranza è quella di sviluppare protesi sempre più precise ed efficienti. Così da rendere la vita più facile a coloro che hanno subito gravi danni fisici. Osservando questi progressi, l’impressione è che sembra essere solo questione di tempo.

Fonte: ossur

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