Si chiama mind uploading (caricamento della mente) e consiste nel trasferimento della mente da un cervello biologico a un sistema informatico. I futurologi considerano questo processo come la meta finale degli studi di neuroscienza e di neuroinformatica. Alcuni scienziati sono scettici, altri invece si stanno impegnando molto per raggiungere questo obiettivo. Tra questi ultimi c’è Randal Koene, un neuroscienziato e neuroingegnere tedesco che è interessato proprio all’emulazione del cervello.
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Randal Koene al TEDxTallin |
Replicare il cervello umano
Se chiedessimo a Koene quali sono le sue intenzioni, lui ci risponderebbe che desidera caricare la sua mente su un computer. Replicare un cervello umano non è un gioco da ragazzi. Per Koene si tratta soprattutto di considerare il cervello dell’uomo come un sistema meccanico. La chiave di tutto questo è nel Substrate Indipendent Mind (SIM), cioè il sostrato indipendente della mente. Il SIM non è unicamente un’intelligenza artificiale, ma anche una vera e propria mente umana caricata su un computer.
Mappando il cervello, trasformando la sua attività in calcoli e riproducendo tali calcoli in codice l’essere umano potrà vivere indefinitamente: “Quando dico emulazione, potreste pensarla, ad esempio, nello stesso senso di emulare un Macintosh su un PC“. Ma Koene va anche oltre: “E allora perché non caricarla [la mente] su un computer in modo che possiamo processare più dati e memorizzarli meglio, come fa un computer, organizzando i pensieri in cartelle a cui possiamo accedere in qualunque momento vogliamo?“. È come se un giorno potessimo sfruttare personalmente, nella nostra testa e non solo, la metafora della scrivania del famoso sistema operativo.
E l’aspetto etico? Koene non l’ha sottovalutato e per questo ha creato un’organizzazione non-profit chiamata Carboncopies per lavorare sugli aspetti tecnici e morali del progetto. Attraverso workshop e conferenze le persone interessate al progetto possono scambiarsi idee e aggiornarsi sulle ultime novità del campo. La condivisione e la cooperazione sono strumenti fondamentali per la buona riuscita del programma di Koene.
L’estensione della vita
Come ho accennato prima, il trasferimento di una mente su un computer potrebbe essere un elemento che contribuirà all’estensione della vita umana. Lo sostengono alcuni futurologi e i transumanisti. Infatti, se sarà possibile scindere i processi cerebrali dal corpo umano, questi non dipenderanno più dai limiti biologici di quel corpo.
Una prospettiva interessante che legata anche ai possibili sviluppi della crionica può suonare ancora più convincente. Anche qui, però, l’entusiasmo di questo progetto si scontra con l’incredulità, i dubbi e l’etica di tante altre persone. Ma credo che se un giorno avremo la possibilità di caricare la nostra mente su un computer, allora saremo noi stessi a decidere se volerlo fare o meno.
Nel frattempo gli scienziati, studiando le tecnologie necessarie per il raggiungimento di questo obiettivo, potrebbero fare nuove scoperte sul funzionamento del nostro cervello che è l’organo più complesso e misterioso che possediamo. Per questo ritengo che, se gli scienziati riusciranno o meno nell’impresa, sarà comunque un percorso che potrà portarci a interessanti scoperte.
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Fonte: Flickr |
Domande
Randal Koene adotta un punto di vista meccanicistico per analizzare la mente ed è convinto che prima o poi i computer avranno una coscienza e saranno in grado di pensare. A questo punto è inevitabile porsi delle domande. Provo ad elencarne alcune che molto probabilmente hai formulato anche tu dopo aver letto fin qui o che comunque potrebbero interessarti:
- una mente replicata su un computer potrà essere considerata uguale a quella originale?
- E se invece l’originale e la copia saranno diverse, in cosa si differenzieranno?
- Ci saranno rischi legati alla perdita di coscienza e/o memoria durante il processo di trasferimento?
- Una mente trasferita su un computer potrà essere hackerata?
- Se tutto ciò un giorno sarà possibile, verrà regolamentato? Come?