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Fonte immagine: Flickr |
La multinazionale di biotecnologie agrarie americana Monsanto continua ad ignorare la volontà di migliaia e migliaia di persone. Agli americani è stato chiesto un parere sull’etichettatura degli organismi geneticamente modificati (OGM): gran parte di coloro che hanno partecipato ai sondaggi sono d’accordo sul fatto che bisogna mettere delle etichette sui prodotti OGM.
Monsanto non ascolta
I numeri parlano chiaro: la maggior parte degli intervistati vuole sapere che tipo di prodotti metterà a tavola. Di seguito ci sono i risultati in percentuale di chi si è espresso a favore dell’etichettatura degli OGM durante gli anni:
- ABC News: 93% (2001)
- Consumer Reports: 95% (2008)
- Washington Post: 95% (2010)
- Reuters / NPR: 93% (2010)
- MSNBC: 96% (2011)
- The New York Times: 93% (2013)
Questi numeri dimostrano che, nel corso del tempo, l’opinione di un notevole numero di americani è rimasta la stessa, ma Monsanto non ha fatto nulla per venire incontro ai consumatori. La multinazionale americana non ascolta ed è decisa a proseguire la sua attività con metodi molto discutibili (come quando ha nascosto i test del RoundUp o quando ha provato a brevettare pomodori non OGM).
Pro 37 e scorrettezze varie
L’ultima furbata della Monsanto riguarda l’uso improprio del logo della FDA (Food and Drug Administration) al fine di sopprimere il Pro 37, cioè un disegno di legge a favore dell’etichettatura degli OGM in California.
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Pubblicazione della Monsanto spacciata per quella della FDA |
Wired.it ha pubblicato un articolo molto interessante riguardo una patata OGM che i McDonald’s americani useranno per i loro prodotti. I McDonald’s italiani non useranno la stessa patata OGM: continueranno a puntare sui prodotti locali, sia perché ritenuti più genuini sia perché c’è una legge europea che vieta la produzione di OGM (in Italia è consentita solo la produzione di soia OGM per i mangimi animali). Invece, in America Mc Donald’s ha preso decisamente posizione: sponsorizzerà questi prodotti OGM nonostante il parere contrario di un bel pezzo di cittadini americani. Forse Monsanto non sarà l’unica multinazionale a non voler ascoltare i consumatori.