Un po’ di tempo fa, Regina Dougan descrisse un microchip commestibile che consentirà al corpo umano di funzionare come un sistema di autenticazione biologico per attivare diversi oggetti come cellulari, auto, porte, eccetera. E se invece collegassimo questi chip al nostro corpo attraverso un cerotto? L’idea è stata di alcuni ingegneri della University of Illinois at Urbana-Champaign e della Northwestern University, i quali hanno pensato che una tecnologia del genere potrà essere molto utile per il monitoraggio della salute.

Il cerotto si attacca alla pelle come se fosse un tatuaggio temporaneo ed è in grado di resistere ai suoi piegamenti e alle sue flessioni senza danneggiare le componenti elettroniche. Tale dispositivo, secondo gli ingegneri, potrà essere molto utile per quanto riguarda il costante monitoraggio della propria salute. Potremo consultare i risultati e gli aggiornamenti sulla nostra salute grazie a collegamenti con smartphone o computer. Il professore Yonggang Huang, uno dei capi della ricerca, ha dichiarato: “Abbiamo progettato questo dispositivo per monitorare la salute umana 24 ore su 24, ma senza interferire con l’attività quotidiana di una persona. È morbido come la pelle umana e può muoversi con il corpo, ma allo stesso tempo ha molte funzioni di controllo differenti. L’importanza di questo dispositivo è che è alimentato in modalità wireless e può inviare dati di alta qualità sul corpo umano a un computer, in tempo reale“.

Quindi: dati in tempo reale, nessun collegamento materiale come fili, cavi, tubi o altre cose simili che possano dare fastidio e monitoraggio continuo 24 ore su 24. L’utilità è senza dubbio legata all’ambito ospedaliero: i pazienti potranno evitare di recarsi in ospedale per i piccoli controlli di routine. I loro dati saranno trasmessi dal cerotto ai computer dei medici senza che vi sia un’interazione diretta. E magari, in casi di emergenza, gli interventi di pronto soccorso potranno essere più immediati  avendo già disponibili le informazioni relative a malesseri o disfunzionamenti di un certo tipo. Sapere come e dove intervenire potrebbe fare la differenza. In questo caso non si può che sperare negli sviluppi di questa tecnologia. Naturalmente, il paziente  dovrà essere informato correttamente sulle modalità di applicazione e di funzionamento del cerotto. Forse ci vorrà ancora un po’ di tempo prima che questa tecnologia venga adottata regolarmente, ma meglio cominciare da subito a capire questi meccanismi e ad ipotizzare le probabili conseguenze, sia negative sia positive.

Fonte: phys

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