La ricerca effettuata nel 2012 dal biologo molecolare francese Gilles Eric Seralini dimostra che i ratti alimentati con mais OGM, dopo circa 13 mesi, hanno cominciato a sviluppare tumori e diverse gravi malattie con un’incidenza fino a 5 volte superiore rispetto ai ratti che si sono cibati di mais naturale. La Monsanto, multinazionale americana famosa per la produzione di biotecnologie e che commercia semi di questo tipo, ha immediatamente fatto ricorso legale sentendosi minacciata dai risultati di questo studio. Molto spesso, i test effettuati per misurare gli effetti dei prodotti OGM della Monsanto prevedevano la sperimentazione in un arco temporale non superiore ai 90 giorni; invece, gli studiosi francesi, guidati da Seralini, hanno impostato la loro ricerca (quella dei topi alimentati con mais geneticamente modificato) lungo un periodo di 2 anni. I risultati dei due tipi di ricerca sono praticamente diversi: nel secondo caso, quando i topi raggiungevano l’età adulta, gli animali hanno sviluppato tumori. Questi dati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica americana Food and chemical toxicolgy e saranno pubblicati interamente in un libro che sarà disponibile dal 26 settembre in Francia, intitolato “Tous cobayes” (Tutti cavie).

Ecco alcune dichiarazioni di Seralini: “Il nostro studio realizzato per due anni su 200 topi stabilisce che anche a piccole dosi, l’assorbimento a lungo termine di questo mais (quello della Monsaldo ndr), così come del Roundup(erbicida appartenente alla stessa multinazionale ndr) agisce come un veleno potente e molto spesso mortale, i cui effetti colpiscono prioritariamente i reni, il fegato, e soprattutto il genere femminile“.
Poi aggiunge: “Le implicazioni sono estremamente serie. Abbiamo dimostrato la tossicità di un OGM col carattere transgenico e sommato ad esso del diserbante sempre di marca Monsanto altamente tossico che, anche quando ingerito a livelli estremamente bassi, risulta altamente tossico. Insomma, questi risultati mettono in luce l’inadeguatezza del processo regolatore usato in tutto il mondo da agenzie che dovrebbero vigilare sul commercio e coinvolte nell’offuscamento di verità scientifiche per favoritismi a grandi aziende“.

Quindi, questa ricerca ha messo in luce molti aspetti negativi legati al mais OGM, in particolare quello della Monsanto: malattie ai reni, tumori mammari e al fegato. Lo studio del 2012 è stato poi improvvisamente ritirato e Seralini ha accusato la Monsanto di aver agito per occultare i risultati. Il biologo francese ha ricevuto numerose critiche negative da diversi esperti del settore scientifico: le più dure riguardavano l’utilizzo di una metodologia non appropriata, il numero di animali per la sperimentazione troppo esiguo e una non corrispondenza tra la quantità di mais che consuma un essere umano che è minore rispetto a quella consumata dai topi; ma è anche vero che è sostenuto da diverse associazioni, tra le quali la Corporate Europe Observatory. Questo episodio deve far riflettere sul livello di potere posseduto da una multinazionale che si preoccupa solo di fare affari e sulla necessità, sempre maggiore, di effettuare ricerche scientifiche indipendenti per rendere evidenti tutti i possibili rischi. Il fatto che la differenza della quantità di consumo di mais di un uomo rispetto a un topo sia così influente, non credo possa giustificare il danneggiamento di tale studio. Se i topi, ad un certo punto, contraggono un tumore, sicuramente c’è qualcosa che non va.

Fonte: lemonde.fr

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