Solitamente si pensa che i vaccini siano assolutamente indispensabili, soprattutto per salvaguardare la salute dei bambini. Infatti, pare che la maggior parte delle persone ripongano totale fiducia nei confronti di questo preparato. Pochi sanno, però, come funziona davvero un vaccino, cosa contiene e qual è la miglior modalità di somministrazione. Da una parte ci sono stati numerosi studi che hanno dimostrato che il vaccino è sicuro, che è un procedimento privo di rischi e che non genera alcun tipo di effetto collaterale. Dall’altra parte c’è chi sostiene che i rischi relativi alla vaccinazione ci sono e che non bisogna sottovalutarli. Insomma, si tratta di un argomento molto controverso, caratterizzato da numerose sfumature che contribuiscono a rendere incerta qualsiasi risposta che provenga da qualsiasi fonte. Forse la verità sta nel mezzo, quindi è meglio approfondire la questione.
Nei vaccini ci sono piccole quantità di virus o batteri, uccisi o attenuati; ci sono anche degli adiuvanti che hanno il compito di prevenire contaminazioni batteriche e di evitare la perdita di efficacia con il trascorrere del tempo. Gli adiuvanti più comuni utilizzati sono: antibiotici, alluminio, formaldeide, monossido di glutammato, solfati e il conservante Thimerosal, il quale a sua volta contiene mercurio. A questo punto bisogna ricordare che l’alluminio e il mercurio sono sostanze neurotossiche: una quantità sbagliata nel preparato e le conseguenze di sicuro non potranno essere piacevoli. Ma proseguiamo: il vaccino, una volta immesso nell’organismo, genera una reazione del sistema immunitario che pertanto produce le cosiddette cellule della memoria, i linfociti. Questi contribuiscono alla migliore risposta immunitaria nel momento in cui il l’ospite entra in contatto nuovamente con lo stesso antigene. Spesso, dato che gli organismi dei bambini non creano direttamente linfociti per ogni nuovo agente patogeno, si fa assumere loro dosi maggiori per prolungare la loro immunità. Ed è qui che iniziano ad esserci dei problemi: il risultato di uno studio del laboratorio universitario della città di Bialystok ha compilato una lista di possibili rischi:

  • L’uso di più inoculazioni in un relativamente breve lasso di tempo può superare la resistenza genetica alle malattie autoimmuni;
  • Adiuvanti attuali “hanno la capacità di provocare una serie di reazioni avverse”;
  • Una vaccinazione ripetuta è correlata positivamente con atopici (reazioni allergiche);
  • Troppe vaccinazioni potenzialmente disturbano le normali reazioni immunitarie;
  • Il normale contatto con il mondo esterno offre la migliore protezione, con il minor numero di rischi, in particolare contro l’influenza.
Ovviamente questi problemi dipendono molto sia dal tipo di soggetto che si sottopone al trattamento, sia dal tipo specifico di vaccino. Per fortuna, grazie al progresso della scienza, si possono evitare di usare gli adiuvanti tossici replicando le proteine proteolipidiche degli agenti patogeni che già attivano il sistema immunitario. Ciò costituirebbe una protezione biologica e non di una protezione a base di alluminio e mercurio. Le conseguenze che possono derivare da un vaccino sono un risultato diretto di ciò che viene fatto, come è stato fatto, e con quanta cura e trasparenza è stato fatto. Il problema principale, infine, è questo: bisogna scegliere la giusta cura per il giusto male. Per fare questo, i nostri medici devono mostrarsi disponibili a qualsiasi tipo di informazione: è un nostro diritto sapere a cosa andiamo incontro. 

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