Il Cybathlon sarà la prima competizione sportiva internazionale organizzata dalla ETH Zurich per atleti disabili. La particolarità è che gli atleti gareggeranno con loro protesi robotiche, interfacce cervello-computer e i loro esoscheletri. La data di inizio è stata fissata per l’8 ottobre 2016. Sarà a Zurigo.
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Bionica
Johnny Matheny e la sua protesi controllabile con la mente
Nel 2008 Johnny Matheny perse il braccio sinistro a causa del cancro. Da quel momento in poi, si è sottoposto a interventi chirurgici sperimentali per prepararsi ad indossare una protesi finanziata dalla DARPA (Defence Advanced Research Project Agency). Protesi che è stata sviluppata dal Johns Hopkins Applied Physics Laboratory. Si chiama Modular Prosthetic Limb. E consente a Johnny di fare dei movimenti che una protesi tradizionale non potrà mai permettere.
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Steve McMillin e i suoi occhi bionici
Grazie alla ricerca e agli enormi progressi della tecnologia, gli scienziati oggi conoscono molte delle cause che possono portare alla cecità. Ciò ha consentito di compiere tanti passi in avanti nell’ambito delle tecniche per la cura: impianti, terapia genica e cellule staminali. Vorrei però soffermarmi proprio sugli impianti e su come la tecnologia digitale abbia permesso a un uomo di 59 anni, Steve McMillin, di recuperare parzialmente la vista. I suoi potremmo definirli occhi bionici.
La DARPA ha sviluppato un braccio robotico che restituisce il senso del tatto
Il governo americano ha dichiarato che è stato sviluppato un braccio robotico che consente all’indossatore di sentire gli oggetti a livello tattile. Il progetto è stato realizzato dalla DARPA (Defense Advanced Research Project Agency). È stato presentato due mesi fa quando in una conferenza sono stati descritti gli ultimi progressi dell’agenzia americana. Il braccio robotico della DARPA presentato a luglio poteva essere controllato da un cervello umano. Poco tempo fa sono stati dimostrati gli ultimi progressi, ovvero la possibilità di restituire il senso del tatto all’indossatore della protesi.
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4 tecnologie per sopravvivere alle catastrofi naturali secondo Zoltan Istvan
I rifiuti e i gas di scarico stanno rovinando il nostro pianeta. E ciò è un grosso problema. Alcuni scienziati provano a sviluppare nuove tecnologie per ridurre l’inquinamento e tutelare l’ambiente. Parte di queste tecnologie già esistono: macchine per il riciclaggio, automobili elettriche e altri sistemi per ridurre la produzione di gas ad effetto serra.
Ma forse siamo arrivati a un punto critico in cui è impossibile ripristinare l’equilibrio ambientale affidandoci solo a queste tecnologie. Zoltan Istvan, futurista e filosofo transumanista americano, sostiene che la vera sfida degli umani è quella di adattarsi a quelle tecnologie che ci consentiranno di oltrepassare i nostri limiti biologici. Propone cioè un’evoluzione transumana in cyborg, uno stato molto meno vulnerabile alle sfavorevoli condizioni ambientali.
Istvan propone dunque 4 tecnologie di cui gli esseri umano avranno bisogno per sopravvivere alle catastrofi naturali. Catastrofi come il cambiamento climatico, la caduta di un asteroide sulla terra o le conseguenze di una guerra nucleare. Vediamo quali sono queste tecnologie.